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Buon compleanno microchip!

L’invenzione del circuito integrato, avvenuta il 12 settembre 1958 da parte dell’ingegnere americano Jack St. Clair Kilby, costituisce certamente una delle innovazioni più significative del secolo scorso, forse addirittura la più importante.

 

Oggi il microchip è parte integrante di oggetti entrati nel nostro quotidiano, come gli strumenti di calcolo, i telefoni, i televisori, gli elettrodomestici e le automobili. Alla sua nascita, che si deve a Jack St. Clair Kilby e alla Texas Industries, si deve il prosperare di industrie e realtà legate anche al web e all’utilizzo domestico del pc.

Tutto ebbe inizio nella prima metà del ‘900, quando lo sviluppo dell’elettronica e delle sue applicazioni, soprattutto nel campo delle comunicazioni, era segnato dall’impiego dei tubi elettronici realizzati con materiali semiconduttori, ideali per il passaggio dell’energia, ma particolarmente ingombranti.

Gli anni ’40 videro la realizzazione dei primi dispositivi elettronici portatili alimentati a batteria (radioricevitori, otofoni), che portarono alla luce la necessità della miniaturizzazione dei componenti utilizzati per la realizzazione di questi apparecchi.

Nell’estate del 1958 Kirby, ingegnere elettrotecnico neo assunto della Texas Instruments, trovò una soluzione che negli anni a venire avrebbe rivoluzionato il mondo dell’elettronica: progettò un circuito i cui elementi fossero tutti realizzati in un cristallo semiconduttore, realizzando così il primo microchip, che altro non era che sbarretta di germanio lunga 1 cm.

Nei mesi successivi alla scoperta di Kirby, gli inventori della Fairchild Semiconductor International permisero la commercializzazione dei circuiti integrati grazie alla loro capacità di fabbricazione industriale e alla scoperta di una tecnica atta a migliorare notevolmente l’affidabilità del microchip grazie all’impiego di ossido di silicio.

Grazie all’abbattimento dei costi di produzione, i microchip vennero impiegati in ambito scientifico e militare, ma anche nei calcolatori, nelle telecomunicazioni, fino agli innumerevoli gadget elettronici attualmente in circolazione.

 

Anche le cartucce per stampanti che conosciamo noi oggi hanno un microchip al loro interno, strumento che permette loro di comunicare con la stampante per mezzo di radio frequenze o contatto diretto.

La stampante legge dal chip informazioni relative alla quantità d’inchiostro contenuto, al numero di pagine stampate, alle informazioni relative al modello della cartuccia e al produttore. I dati contenuti all’interno del chip sono in formato criptato e la stampante interagisce tramite dei comandi specifici.

Data l’importanza di questo piccolissimo componente, è fondamentale maneggiarlo con cura. Per questo in tutti i nostri prodotti abbiamo inserito dei foglietti illustrativi che guidano il consumatore nell’istallazione del prodotto.

servizio di ricarica express per la ricarica delle cartucce per la stampante

Alla fine della sua vita, spesso la cartuccia viene smaltita, con conseguente emissione di gas serra e, quindi, aumento dell’inquinamento. Per questo motivo noi di Eco Store consigliamo sempre di scegliere la ricarica al posto della discarica!

Per avere informazioni sul nostro sistema di ricarica brevettata Ink Evolution, clicca qui:

Ricarica EXPRESS

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